Guida alla lettura delle bollette energetiche

Ad oggi c’è ancora troppa difficoltà nel mercato libero (e anche nel mercato di maggior tutela) a capire e ad analizzare in bolletta le offerte di energia elettrica. Per aiutare i consumatori, la semplicità dovrebbe essere d’obbligo ma non è cosi.

Nonostante questo, oltre 3,7 milioni di famiglie (in aumento di quasi il 70% rispetto al periodo precedente) e un’impresa su tre ha scelto un gestore del nuovo mercato. La confusione su addebiti, oneri, costi dell’energia e di dispaccio non dà segno di diminuzione a causa di notevoli difficoltà di rappresentazione dei “numeri”: le voci in bolletta sono diverse da fornitore a fornitore con il risultato che diviene pressochè impossibile confrontare due conti di energia. I clienti infatti dovrebbero poter verificare le condizioni economiche sottoscritte e controllare la convenienza della propria offerta, raffrontandola con quelle di altri fornitori.

Le bollette dovrebbero contenere informazioni utili, presentate in modo semplice e intuitivo mentre è l’opposto contrario. Ad oggi una bolletta di energia elettrica elenca (o dovrebbe elencare) costi fissi e costi variabili, dal prezzo dell’energia (PE) al prezzo di dispacciamento (PD e DISPbt), oneri di sistema e tasse. Tra tutte le voci di costo, la principale per verificare la convenienza di un’offerta è la PE che viene tuttavia espressa in diverse forme (incluse o escluse perdite di rete o addirittura erroneamente come PE+PD) rendendone il confronto senza significato. Inoltre sono indicati oneri e tasse non meglio specificate, i quali invece necessiterebbero una maggiore esplicazione delle variabili intrinseche. Infatti il 25% della bolletta di energia elettrica è composto da generici componenti parafiscali e imposte.

Analizzando i dettagli, pochi conoscono che lo Stato addebita nella bolletta di energia elettrica diverse voci di spesa che, forse più coerentemente, dovrebbero essere legate alla fiscalità generale.

Ad oggi le bollette hanno questa struttura: molte sigle sono sconosciute ma riguardano importi rilevanti, circa 5 miliardi all’anno. La A3 è la componente più importante e ha la finalità di sostenere lo sviluppo del rinnovabile: pesa per 3 miliardi e 200 milioni più 1 miliardo per le assimilate del CIP6 con cui si finanzia l’energia proveniente dalla combustione dei residui del petrolio (un’assurdità che non ha nulla a che vedere con il rinnovabile).

Un costo nelle tasche degli italiani davvero troppo oneroso se si pensa che Terna (la SPA del gruppo Enel che gestisce la rete) ha ricevuto richieste di allacci su fonti rinnovabili (in gran parte fotovoltaico) per 120 mila megawatt e, ad oggi, il consumo è di 56 mila megawatt. Il dato non fa che confermare un sintomo chiaro emerso anche nell’ultima correzione in finanziaria: l’incentivazione è troppo elevata.

Oltre alla componente “verde” trovano spazio anche la A2 collegata al nucleare per sostenere gli oneri connessi al decommissioning (oltre 500 milioni all’anno) la componente A4 che sovvenziona la tariffa elettrica alle ferrovie dello stato (per circa 400 milioni annui), la componente A5 destinata ai finanziamenti per la ricerca di sistema (solo 60 milioni per lo scopo più utile) e, come ultima, la componente A6 atta a rimborsare le aziende del “danno subito dalla liberalizzazione”, quasi due miliardi che abbiamo dato quasi esclusivamente all’Enel.

Su questi problemi di trasparenza, l’Autorità è intervenuta e da gennaio 2011 le aziende saranno obbligate a fare più ordine nelle bollette dei consumatori. In primis sarà introdotto sia in fattura che sui siti degli operatori un dizionario che spiega il significato di ogni voce, perché dispacciamento e oneri di sistema non sono termini alla portata quotidiana di tutti. Le nuove bollette avranno una parte sintetica una di dettaglio: nella prima verranno ricapitolate le caratteristiche del proprio contratto di fornitura, il riepilogo dei consumi, costi e scadenze di pagamento con numeri per reclami e guasti. Nel focus di dettaglio troverà spazio una nuova suddivisione della spesa tra servizi di vendita liberalizzati e servizi di rete la cui tariffa è decisa dall’AEEG.

Sarà obbligatorio evidenziare tutte le componenti di costo al fine di capire quali oneri vengono scaricati in bolletta (come tutte le componenti A1, A2, A3, A4 e A5 esposte in precedenza) e controllare la corretta applicazione delle tariffe. Inoltre saranno incluse tutte le informazioni per presentare reclami e dilazioni di pagamento, migliorando la qualità di assistenza e ridurre i disagi dai disservizi.

Un’ulteriore caratteristica molto importante riguarda la spiegazione dettagliata delle fonti utilizzate per la produzione di elettricità e il tipo di impianti utilizzati: si potrà così evincere se la propria energia deriva da centrali idroelettriche, a carbone, a olio combustibile o a gas.

Le società non sono riuscite a (o non hanno voluto) fare chiarezza in un settore molto complesso, che paga il prezzo di una liberalizzazione tardiva. Il caos è evidente e le nuove informazioni (decantate per ora come più chiare e comprensive) dovrebbero responsabilizzare le famiglie sia sul tema del risparmio energetico che sulle energie pulite che, ad oggi, sono costate troppo anche a causa di una mancata informativa su come i soldi dei contribuenti vengono usati.

 

 

14/12/2010

Fonte: http://www.retearchitetti.it