Economia e Fisco

Bollette energia elettrica 2014. Ipotesi ribassi con tariffa piatta per incentivare diffusione pompe calore

Rincari bollette da inizio 2014 ma Autorità per l’energia pensa a nuovi ribassi dalla prossima estate grazie alla cosiddetta tariffa piatta. Obiettivo: incentivare la diffusione delle pompe di calore elettriche

Insieme a pedaggi autostradali, imposta di bollo sui prodotti finanziari, e carburanti, da inizio 2014 è previsto anche u nuovo aumento anche per le bollette della luce: il rincaro sarà dello 0,7%, pari a 4 euro annui per una famiglia tipo. L’aumento della bolletta elettrica è dovuto all’introduzione di un nuovo onere generale di sistema, la componente ‘Ae’, che finanzia le agevolazioni alle imprese manifatturiere con alti consumi elettriche.

Obbligo POS per professionisti slitta al 30 giugno 2014

Il Senato ha convertito in legge il decreto Milleproroghe (DL 150/2013), si attende la pubblicazione della legge in Gazzetta ufficiale. Tra le novità più importanti, lo slittamento dell'obbligo di installazione del PoS (Point of Sale).

Obbligo di POS (art. 9 comma 15 bis)

Il Milleproroghe modifica il DL 179/2012 e fa slittare l'obbligo per i professionisti di accettare carte di debito al 30 giugno 2014 (nel decreto l'inizio dell'obbligo era fissato ancora al 1° gennaio 2014).

Alcuni consigli per chi vuole acquistare casa senza rivolgersi alle agenzie

Se volete fare a meno delle agenzie immobiliari nella ricerca della casa, dovete considerare alcuni aspetti. Prima di tutto dovete disporre di tempo: sul mercato immobiliare la maggior parte dell'offerta è rappresentata da immobili venduti attraverso dei mediatori. Se dovete acquistare un immobile in tempi stretti vi conviene pensarci bene.

Un altro aspetto da considerare è che acquistare senza mediatori richiede un maggior dispendio in termini di tempo per telefonare, mettere e rispondere ad annunci... L'aspetto più complesso da valutare è che se acquistiamo senza mediatori dobbiamo fare da soli i controlli sull'immobile che vogliamo comprare.

Cosa fare per aprire la partita iva?

Prima di tutto precisiamo che sono obbligati all’apertura della partita IVA (imposta sul valore aggiunto), tutti coloro che decidono di avviare un nuovo business, sia sotto forma di ditta individuali che societa’.

La partita IVA non è altro una serie di cifre utili ad identificare un contribuente così come avviene per il codice fiscale per le persone fisiche.

La partita IVA è costituita da 11 numeri, di cui i primi 7 identificano lo specifico contribuente, i successivi 3 servono ad identificare il Codice dell’Ufficio delle Entrate e l’ultimo ha carattere di controllo.

Nuovi tipi di società SRL. Quali sono le differenze fra le SRL a capitale ridotto (per chi ha più di 35 anni) e la SRL semplificata (per chi ha meno di 35 anni)?

Un'analisi e un confronto della normativa utile per individuare le differenze tra la srl semplificata per gli under 35 ex art. 2463 bis c.c. e la srl a capitale ridotto per gli over 35 ex art. 44 Decreto Legge del 22.06.2012 n. 83 e convertito dalla Legge del 07.08.2012 n. 134, al fine di poter scegliere con precisione quale dei due modelli societari è più adatto alle proprie esigenze. 

Le nuove forme di impresa per favorire la crescita: la s.r.l. semplificata e a capitale ridotto

Introduzione

Sulla spinta delle note difficoltà economiche che hanno interessato il nostro Paese negli ultimi mesi, Governo e Parlamento hanno cercato di rivitalizzare la crescita interna, favorendo l’accesso all’impresa in forme strutturate che da un lato favorissero l’iniziativa dei giovani o comunque dei soggetti con minori disponibilità economiche e dall’altro permettessero di godere del beneficio della responsabilità limitata.

Normativa in materia appalti. Responsabilità solidale appalti

Messa a punto dall'Ance una Guida mirata a fornire un quadro sintetico della responsabilità solidale negli appalti alla luce dei recenti interventi normativi sulla materia.

Il Vademecum affronta, in particolare, gli aspetti contributivi e retributivi dell'istituto, nonché quelli degli istituti correlati.

La responsabilità solidale si ha quando due o più soggetti sono obbligati per una stessa prestazione e, pertanto, il creditore può rivolgersi ad uno dei debitori il cui adempimento libera gli altri debitori.

Destinazione TFR a previdenza complementare. Quando è possibile e quali sono le procedura da seguire per cambiare Fondo pensione

I lavoratori che hanno effettuato la scelta di destinare il TFR alla previdenza complementare, in caso di successivo cambio di lavoro, o decorsi 2 anni dall’adesione, hanno la facoltà di trasferire la posizione individuale ad un altro Fondo pensione. Vediamo le linee guida per la portabilità dei Fondi e tutti gli aspetti relativi alle modalità di trasferimento.

Entro 6 mesi dall’assunzione, i lavoratori devono decidere in merito alla scelta di destinazione del trattamento di fine rapporto: far restare il TFR in azienda, secondo le norme dell’art. 2120 del codice civile, oppure destinare il TFR alla previdenza complementare, ad un Fondo pensione. Può capitare nella vita lavorativa dei lavoratori che hanno scelto di destinare il TFR alla previdenza integrativa, ossia al Fondo pensione previsto dal CCNL, di cambiare lavoro oppure di avere la necessità di modificare il Fondo pensione al quale sono destinati i propri ratei di TFR.

Elenco delle attività per le quali è vietato il contratto a progetto

Il Ministero del lavoro pubblica in una circolare la black list sul contratto a progetto: attività e mansioni vietate, non riconducibili ad un progetto specifico. Si tratta di indicazioni per il personale ispettivo, che sulla base di tali chiarimenti può disporre la trasformazione del rapporto col collaboratore in un contratto a tempo indeterminato.

La riforma del contratto a progetto è partita dal 18 luglio 2012, data di entrata in vigore della Legge Fornero. Da allora per poter stipulare un contratto di collaborazione coordinata e continuativa a progetto è necessario rispettare alcuni requisiti relativi alla genuinità del progetto inserito nel contratto.

A chi spetta l’indennità di disoccupazione ordinaria? Requisiti, modalità richiesta ed ammontare

Il lavoratore che perde il posto di lavoro a seguito di licenziamento o dimissioni per giusta causa, può aver diritto all’indennità di disoccupazione ordinaria, se possiede 52 settimane di contributi versati all’Inps e 2 anni di assicurazione. L’assegno spetta da 8 a 12 mesi per il 60 o 40% della retribuzione media. Vediamo tutti i requisiti necessari.

Una delle prestazioni a sostegno del reddito erogate dell’Inps è l’indennità di disoccupazione. Questa indennità (che dal 2013 diventerà Aspi, Assicurazione sociale per l’impiego) interviene nei casi di perdita del posto di lavoro. Ha lo scopo di garantire al lavoratore che perde l’occupazione un trattamento economico sostitutivo della retribuzione, dello stipendio, che riduca gli effetti negativi della disoccupazione e contemporaneamente assicuri al lavoratore la copertura contributiva necessaria per il raggiungimento del requisito pensionistico.

Entro sei mesi dall’assunzione occorre scegliere se dedicare il TFR a previdenza integrativa

Il lavoratore entro 6 mesi dall’assunzione deve scegliere se destinare il trattamento di fine rapporto ad un fondo di previdenza e assistenza integrativa oppure lasciare il TFR in azienda. L’opzione va comunicata, in caso contrario scatta il silenzio assenso, con il versamento a Fondo pensione previsto dal contratto collettivo o a FondInps. Vediamo tutti gli aspetti.

La funzione della previdenza complementare è quella di consentire al lavoratore di integrare, attraverso prestazioni pensionistiche aggiuntive, la pensione corrisposta dagli enti di previdenza obbligatoria (Inps, ad esempio). Le riforme del sistema previdenziale con l’introduzione della pensione di vecchiaia o anticipata, con l’aumento dell’età anagrafica necessaria ma soprattutto con il calcolo della pensione col sistema contributivo penalizzante, e che rende l’importo della propria pensione futura piuttosto basso, hanno sempre più ampliato la consapevolezza nei lavoratori della necessità di ricorrere a forme di previdenza complementare, ed integrativa, accanto alla previdenza obbligatoria di base, quella garantita principalmente dall’Inps.

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