In notevole aumento l’impiego di stufe a pellet in Italia

Le spese per il riscaldamento domestico rappresentano una delle preoccupazioni principali delle famiglie italiane, vista l’impennata dei costi subita negli ultimi anni da fonti fossili come gas e gasolio.

Un’alternativa molto importante che si è affermata nell’ultimo decennio in Italia è quella delle stufe a pellet: per chi ancora non conoscesse questa risorsa (ormai disponibile anche nei comuni ipermercati) si tratta di un combustibile densificato, di forma cilindrica, derivante da un processo industriale attraverso il quale la materia prima, principalmente trucioli, segatura e altri scarti di segheria, viene trasformata in piccoli cilindri con diametro variabile da 6 a 8 mm e lunghezza di 10-30 mm.


 

I principali vantaggi nell’utilizzo di una stufa a pellet sono dati dalla possibilità di avere un sistema completamente automatico che permette alti rendimenti (oltre il 90%) e una combustione ottimale. La presenza del sistema automatico di accensione e della scheda elettronica, inoltre, consente di avere una semplice gestione della stufa, permettendo all’utente di programmare accensione e spegnimento e regolare la temperatura ambiente.

Queste caratteristiche hanno consentito a questa tecnologia di spiccare il volo in Italia che, probabilmente, rappresenta il principale mercato europeo: il numero di stufe a pellet installate nel nostro Paese è pari all’incirca a 1.500.000 unità, per oltre il 70% presenti al Nord.

Dopo gli anni boom  (2005-2006) le vendite di stufe si sono stabilizzate intorno alle 150.000 unità annue, anche se nel 2011 si è risaliti a quota 200.000. Un dato interessante è che circa il 50% di questi apparecchi vengono utilizzati come fonte primaria per il riscaldamento. Nel 2011 la produzione di pellet in Italia è stata di poco più di 500.000 tonnellate, un quantitativo importante ma non sufficiente a far fronte alla domanda interna che supera le 1,9 milioni di tonnellate annue.

Il ricorso all’import è perciò una necessità (1/3 circa dall’Austria), considerato anche che nell’approvvigionamento del materiale vi è una forte competizione con altri segmenti produttivi, come l’industria della carta e dei pannelli. Molto importante, invece, è la presenza di produttori nazionali di stufe, anche se non mancano sul mercato nazionale i player stranieri. Il comparto, che ha beneficiato sinora delle detrazioni fiscali, potrebbe conoscere un ulteriore sviluppo grazie agli incentivi previsti dal Conto termico: secondo stime governative, gli acquirenti di una stufa a pellet da 22 kW (costo pari a 4.000 euro), avranno diritto a 1.392 euro in un biennio.

 

20/03/2013

Fonte:

http://www.tekneco.it

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