Mercato libero energia: in cosa consiste, caratteristiche, pro e contro

Il decreto di liberalizzazione del mercato elettrico (il cosiddetto "decreto Bersani"), datato 19 febbraio 1999, ha sancito l'inizio dell'apertura del mercato elettrico italiano in applicazione della Direttiva Comunitaria CE 96/92. Con la liberalizzazione completa del mercato elettrico per tutte le Partite IVA si è aperta una nuova fase per gli utenti elettrici italiani.

Un mercato liberalizzato si basa su tre condizioni:

-       una domanda libera di scegliere,

-       un'offerta concorrenziale,

-       un accesso alle reti garantito a condizioni di parità fra operatori.

Oggi le imprese, pur con diverse difficoltà, possono identificare fornitori alternativi all'esistente e negoziare con essi una serie di elementi commerciali significativi (prezzo, condizioni di fornitura, ecc.), al fine di pervenire a concreti risparmi, estremamente utili considerato il quadro previsto in crescita dei costi energetici.

In Italia il settore del trading - attività di acquisto e vendita all'ingrosso - di energia elettrica ha una dimensione ancora limitata, in conseguenza della fortissima concentrazione delle fonti di approvvigionamento (Enel Produzione, Import, CIP 6), che determina un livellamento dei prezzi di acquisto dell'energia elettrica. Lo sviluppo della capacità di generazione nel corso dell'ultima decade, infatti, è stata insufficiente, in rapporto all'elevato tasso di crescita della domanda. Come conseguenza, i picchi di domanda sono stati molto prossimi alla massima capacità di produzione disponibile e, come la cronaca dell'estate del 2003 ci ha mostrato, a volte anche superiore.

Il processo di liberalizzazione del mercato dell'energia

Il processo di liberalizzazione del mercato elettrico italiano è stato avviato con l'emanazione del decreto legislativo n. 79/99, "Decreto Bersani", che ha recepito nel nostro ordinamento la Direttiva Comunitaria 96/92/CEE. L'entrata in vigore di questo decreto ha rivoluzionato l'assetto del settore, che fino ad allora era stato caratterizzato da un unico grande operatore nazionale, ENEL, e da alcune aziende di dimensione locale. Nel nuovo ordinamento la produzione, l'importazione, la vendita e l'acquisto di energia elettrica sono attività libere e questo genera la graduale apertura alla concorrenza dei mercati elettrici.

In precedenza in Italia vigeva un modello di mercato di tipo monopolistico. Infatti, dal 1962 (anno di nascita dell'Ente Nazionale per l'Energia Elettrica) tutte le attività legate alla produzione, al trasporto e alla vendita di energia elettrica erano per legge riservate solo a Enel. Vi erano anche alcuni altri soggetti autorizzati a produrre energia elettrica, ma questi potevano solo venderla ad Enel, non immetterla direttamente nel mercato.

Nel 1992 Enel è diventata Società per Azioni, primo passo verso la privatizzazione. Alla nuova società vennero attribuite a titolo di concessione le attività che in precedenza erano riservate all'Ente Nazionale per legge.

Nel 1999 il decreto Bersani prevede, tra l'altro, l'istituzione di un mercato elettrico organizzato (la Borsa elettrica) nel quale si possa contrattare l'acquisto e la vendita di energia elettrica. La gestione economica nonché l'organizzazione del mercato elettrico è stata affidata al Gestore del Mercato Elettrico (GME), con il compito di garantire il rispetto di criteri di neutralità, trasparenza, obiettività, nonché di concorrenza tra produttori, e di assicurare, altresì, la gestione economica di un'adeguata disponibilità della riserva di potenza.

In Italia nel 2002 la richiesta complessiva di energia elettrica sulla rete ha raggiunto i 310,4 miliardi di kWh, con un'incidenza dei clienti idonei per 125 TWh. Il mercato libero dell'energia, nel corso del 2001, è stato caratterizzato da consumi per circa 115,5 TWh, di cui 20,5 TWh da autoproduzione . Per ciò che riguarda le previsioni di sviluppo del mercato dell'energia elettrica, è prevista, per i prossimi anni, una crescita media pari al 2,5-3% annuo, e questo dovrebbe portare intorno al 2010 ad un consumo complessivo di circa 390 TWh. L'Italia si caratterizza per il forte ricorso all'importazione di energia elettrica: il 15% del fabbisogno complessivo, pari a circa 48 miliardi di kWh, viene infatti importato dai paesi confinanti interconnessi.

 

03/05/2009

Fonte:

http://www.cercageometra.it

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