Politiche energetiche: supporto biocarburanti seconda e terza generazione e biometano

L’Italia cambierà rotta sulla promozione dei combustibili alternativi: meno spazio ai biocarburanti di prima generazione a favore di quelli di seconda e, soprattutto, sostegno al biometano.

La nuova politica per centrare l’obiettivo europeo del 10% di rinnovabili nei trasporti al 2020 è indicata nella nuova Strategia energetica nazionale: l’Italia ha finora raggiunto e superato gli obblighi Ue, passando dall’1% del 2007 al 4,5% del 2012. Inoltre, per attuare quanto richiesto a livello comunitario, è stato istituito un Sistema nazionale di certificazione della sostenibilità dei biocarburanti e dei bioliquidi che prevede la verifica del rispetto di alcuni criteri per il raggiungimento dei target al 2020 nonché per l’accesso agli incentivi.

Il Governo ammette, comunque, che lo sviluppo dei biocarburanti convenzionali pone seri dubbi, a causa della potenziale conflittualità con gli usi alimentari e gli elevati costi. Secondo l’Esecutivo italiano, i biocarburanti devono continuare a essere inclusi negli obiettivi di produzione delle energie rinnovabili, data la possibilità di un importante apporto alla riduzione delle emissioni di CO2.

L’Italia ritiene però fondamentale che i biocarburanti vengano prodotti in maniera sostenibile, ossia con una reale riduzione delle emissioni e senza impatti negativi sull’ambiente (es. disboscamenti) o sugli usi alimentari dei terreni. Dunque, vanno spinte adeguatamente la seconda e terza generazione (come ha deciso recentemente di fare la Ue, ndr), le uniche in grado di dare queste garanzie e dove, tra l’altro, possiamo vantare una leadership tecnologica importante. Addirittura – si legge nella Sen – nel caso dovesse essere necessario più tempo per un adeguato sviluppo di queste tecnologie, è possibile valutare in ambito europeo di posticipare l’obiettivo del 10% fissato per il 2020.

Altro caposaldo della strategia italiana è l’utilizzo del biometano (gas prodotto dalla digestione anaerobica di sostanze organiche), che potrebbe avere un grande potenziale nel nostro Paese data la grande presenza di allevamenti, imprese di trasformazione alimentari e discariche.

Il biometano, inoltre, presenta il vantaggio di essere commercializzabile attraverso la rete di distribuzione del gas naturale, a differenza dei biocarburanti di importazione. L’Italia, insomma,  ha ora davanti a sé una strada chiara da percorrere per favorire la diffusione delle rinnovabili nei trasporti.

 

29/10/2012

 

Fonte:

http://www.retearchitetti.it

 

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