Aumento tassazione rendite finanziarie al 26%: rischio aumento contributi

Per effetto del DDL di Stabilità la tassazione sulle rendite finanziarie delle Casse dei professionisti potrebbe passare dal 20 al 26 per cento. Un incremento che desta preoccupazioni perché per rispettare le condizioni di sostenibilità a cinquanta anni a cui le Casse private sono tenute, si rischia un aumento dei contributi. Ma sulla questione il sottosegretario all'Economia ha, con le sue dichiarazioni di ieri, aperto uno spiraglio. Secondo quanto riferisce l'ANSA, Pier Paolo Beretta ha affermato che la questione sarà valutata meglio.


La questione

Il Decreto Irpef varato dal Governo Renzi (DL 66/2014) aveva previsto l'innalzamento al 26 per cento della tassazione delle rendite finanziarie. Una misura che colpiva le Casse dei professionisti e che doveva diventare operativa da luglio 2014. Nel frattempo, lo stesso provvedimento prevedeva di armonizzare, a decorrere dal 2015, la disciplina di tassazione dei redditi di natura finanziaria degli enti previdenziali privati con quella relativa alle forme pensionistiche complementari.
Ci si aspettava, dunque, che il DDL di Stabilità neutralizzasse l'aumento dell'aliquota al 26 per cento decisa dal Decreto Irpef, il quale tra l'altro annunciava misure per rivedere la tassazione sulle rendite finanziare delle Casse private, armonizzandola a quella dei fondi di previdenza complementari, la cui aliquota è decisamente più bassa, pari all'11,5 per cento. Ma così non è stato e da qui la protesta e la preoccupazione delle Casse.

Se tutto ciò fosse confermato, «si tratterebbe di una gravissima decisione dalle conseguenze pesanti per l'intero sistema della previdenza privata», denuncia Andrea Camporese, presidente dell'Adepp, il quale critica duramente la decisione che definisce «sconcertante».

«Condannare due milioni di professionisti, le loro famiglie e centinaia di migliaia di dipendenti degli studi professionali a un futuro di prestazioni ridotte, mentre i versamenti previdenziali all'Inps risultano non tassati, semplicemente per avere un maggior gettito nell'immediato, significa - dice ancora il Presidente dell'Associazione che riunisce le casse previdenziali private e privatizzate - andare in totale controtendenza rispetto alla linea seguita dagli altri Paesi della Ue, alle indicazioni Ocse e alle risoluzioni della Commissione europea».

15/11/2014
Fonte:
http://www.professionearchitetto.it

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