Regime fiscale: agevoltato o minimi?

Per chi deve aprire una partita IVA, l'inizio dell'anno è tempo di scelte. Due le possibilità più adatte ai neo professionisti. Il regime agevolato per le nuove iniziative professionali (detto anche "forfettino") e il regime semplificato per piccoli imprenditori e professionisti, detto per "contribuenti minimi" o "forfettone".

I commercialisti coinvolti nella discussione consigliano vivamente il primo dei due regimi, se applicabile. Proviamo quindi a riassumerne le caratteristiche salienti e a dare indicazioni su come approfondire.

Aggiornamento del 26/11/2010
Il nuovo Regime Agevolato non riguarda i professionisti
La nuova proposta di regime fiscale agevolato per le nuove imprese annunciata dal ministro della Gioventù e dal Presidente del Consiglio, non riguarda professionisti e piccole imprese, che godono già di queste agevolazioni dal 2000.

Regime fiscale agevolato per nuove iniziative imprenditoriali o professionali (forfettino)

Il regime è stato introdotto dall'art. 13 della della legge 388 del 23/12/2000. Per i professionisti non si devono superare i 30.987,41 euro. Il grosso vantaggio di questo regime è costituito dall'imposta sostitutiva dell'IRPEF al 10%. Le parcelle sono senza ritenuta d'acconto. L'IVA si incassa e si può scaricare, e si versa una volta all'anno direttamente sull'UNICO. Semplificando molto la questione, diciamo che si può optare per questo regime solo se è la prima volta che si apre una partita IVA per quel tipo di attività. Gli adempimenti semplificati e il diritto a un servizio di tutoraggio presso l'agenzia delle entrate consentono di risparmiare sulle spese del commercialista. E nonostante questo, ci sono commercialisti onesti che consigliano di optare per questo regime, perché le tasse sono al 10% e si può sempre scaricare l'IVA di acquisti o spese. La pacchia dura solo per tre anni.

Regime semplificato per contribuenti minimi (forfettone)

Il regime è stato introdotto dalla legge Finanziaria del 2008. Non si devono superare compensi per 30.000 euro l'anno. Si paga un'unica aliquota al 20% calcolata sulla differenza fra compensi e spese (compresi i contributi obbligatori) valutati con criterio di cassa. Non si è soggetti agli studi di settore. L'IVA non si paga, ma nemmeno si può scaricare. Non si possono avere spese per dipendenti o collaboratori, ma si possono scaricare spese di altro genere. Su ogni fattura superiore a 77,47 euro va messo un bollo di 1,81 euro [sic!]. Questo regime è consigliato per chi non ha spese, o lavora per i privati, e per chi non può usufruire del regime agevolato.

 

pubblicato in data: 12/01/2010

Fonte: http://www.retearchitetti.it

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